Scienza, morte e tecnologia nel mondo di James Bond by Kathryn Harkup

Scienza, morte e tecnologia nel mondo di James Bond by Kathryn Harkup

autore:Kathryn Harkup [Harkup, Kathryn]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Codice Edizioni
pubblicato: 2023-10-18T22:00:00+00:00


Nel 1977 la minaccia atomica si ripresenta, e questa volta non si limita a una sola città. Stromberg vuole provocare nientemeno che un inverno nucleare (vedi capitolo 005), facendo scoppiare tutte le testate del mondo. Per farlo si è impossessato di tre sottomarini, due dei quali saranno pilotati dai suoi uomini e lanceranno due missili, uno sovietico e l’altro americano, verso i rispettivi obiettivi, dando così inizio alla Terza guerra mondiale. Il missile del terzo sottomarino (americano) forse serve da riserva. Bond lo usa per procurarsi l’esplosivo necessario ad aprirsi un varco nella parete blindata che protegge la sala di comando della Liparus e, una volta all’interno, devia i missili e li rispedisce contro i rispettivi sottomarini.

Ormai 007 è diventato un esperto di bombe atomiche, per cui quando ne incontra un’altra in Octopussy riesce a disarmarla da solo, senza alcun aiuto di esperti, sommozzatori o sommergibilisti.

In La spia che mi amava i servizi segreti inglesi e sovietici collaborano per evitare una catastrofe nucleare. Nel mondo reale la Guerra fredda continuava il suo lento disgelo, per cui in Octopussy (siamo nella prima metà degli anni Ottanta), i vertici militari sovietici sono contrari a scatenare un conflitto con l’Occidente. Solo il generale Orlov non è d’accordo e decide di fare di testa sua. Preleva una testata nucleare e, in combutta con un trafficante di gioielli, tale Kamal Khan, la trasporta di nascosto in Germania per farla esplodere all’interno di una base americana10. L’idea è che l’incidente venga attribuito agli americani e che porti al disarmo unilaterale dei Paesi europei. A quel punto l’URSS potrà invaderli senza temere ritorsioni.

Khan usa un circo come copertura per i suoi traffici (vedi capitolo 007), e di solito nasconde i gioielli nella base del cannone usato nel numero del gran finale, quello dell’uomo cannone appunto. I preziosi vengono sostituiti con l’ordigno nucleare, che è grande come un estintore: è stato ovviamente estratto dal missile che lo ospitava e ripulito di tutti gli elementi superflui, per poter essere nascosto con maggiore facilità. Forse è anche meno potente, ma Orlov non ha bisogno di una grande esplosione: basta che sia di chiara origine nucleare. Nonostante ciò, 007 afferma che lo scoppio causerebbe migliaia di vittime, e la conseguente guerra milioni. Quando il cannone (con la bomba all’interno) viene portato al centro della pista nel circo gremito di spettatori, Bond irrompe travestito da pagliaccio e riesce a estrarre il detonatore e a bloccare il conto alla rovescia proprio sullo zero.

Ecco un’altra preoccupante coincidenza. Nell’anno in cui Octopussy uscì al cinema, il mondo sfiorò davvero la catastrofe nucleare. Il 26 settembre 1983, all’interno di un centro di monitoraggio sovietico scattò l’allarme: il radar rilevò il lancio di un missile balistico intercontinentale da un silos del Montana, seguito dopo pochi minuti da altri lanci. L’ufficiale Stanislav Petrov, che era in servizio quel giorno, decise che era un errore del sistema di rilevazione e non avviò la procedura di contrattacco. Aveva ragione, e il suo sangue freddo salvò il pianeta dalla Terza guerra mondiale.



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